• 13 Agosto 2015

  • Zona: mtb friuli percorsi per bici

  • Difficoltà fisica: mtb friuli percorsi per bici

  • Difficoltà tecnica: mtb friuli percorsi per bici

mtb friuli percorsi per bici

mtb friuli percorsi per bici

Percorso, indicazioni, consigli

Descrizione

Il percorso accompagna in posti stupendi e con panorami straordinari, uscendo dalla Regione Friuli - Venezia Giulia per percorrere il Cadore, all'interno delle Dolomiti. Molti chilometri vengono svolti su sterrato, all'interno dei boschi e costeggiati da fiumi. Molti punti di sosta permettono visuali panoramiche.
Dal Rifugio Marinelli si scende, prima su sterrato e poi su asfalto, al paese di Forni Avoltri. Il percorso procede su sterrato oltre i Piani di Luzza e, con alcuni tornanti, giunge a Cima Sappada. Strade sterrate all'interno dei boschi fanno oltrapassare Sappada, portando allo spettacolare Orrido dell'Acquatona. Si sende poi per diversi chilometri lungo il Fiume Piave, a fianco dei Laghi del Tudaio e del Centro Cadore. Si procede su pista ciclabile fino alla cittadina di Longarone, dove si svolta, saldendo alla Diga del Vajont prima, ed al Passo di Sant'Osvaldo poi. Breve discesa ed arrivo a Cimolais, termine corsa ma punto di vista per ottimi scorci.
La tappa numero 7 è la prima del ritorno ed è principalmente in discesa: la lunghezza si estende a 103km. Il dislivello in salita rimane a 1450m. Sono presenti tratti su sterrato e sentieri, piste ciclabili e strade asfaltate.

Descrizione

La tappa del settimo giorno è davvero affascinante. Si parte dal Rifugio Marinelli, nel gruppo del Monte Coglians, scendendo al paese Forni Avoltri e, pedalando principalmente su sterrato, si raggiunge il paese veneto di Sappapa arrivando poi all'affascinante Orrido dell'Acquatona. Una discesa su asfalto porta in breve al paese di Presenaio, dove si passa a strade secondarie che costeggiano il Fiume Piave. Si arriva quindi a Santo Stefano di Cadore, dove si prende la vecchia strada precedente alla galleria; ottime visuali sul Piave, la Diga del Tudaio e le cime circostanti. Giunti alla località Cima Gogna si procede in discesa per alcuni chilometri sulla scorrevole statale che porta, passando sopra il Lago di Centro Cadore, al paese di Pieve di Cadore. Lì ci si collega con la pista ciclabile Monaco - Venezia. Un misto di ciclovia e strade secondarie, principalmente in discesa, conduce in prossimità del paese di Longarone. Ricomincia allora la salita, portando con pochi tornanti alla Diga del Vajont, famosa purtroppo per quanto successo. Si procede percorrendo la vallata e attraversando il paese di Erto, raggiungendo quindi il Passo di S. Osvaldo. Finisce ora la salita e inizia la rapida discesa che porta al paese di Cimolais, termine della tappa del settimo giorno.

L'inizio si svolge sulla strada sterrata che porta nel gruppo del Monte Coglians, in discesa, dal Rifugio Marinelli al Rifugio Tolazzi: prestare attenzione a chi sale a piedi, è una zona molto frequentata. A parte questo, la strada non presenta difficoltà sebbene la pendenza sia medio-alta. Raggiunto il Rifugio Tolazzi si procede sull'asfalto, completamente in discesa, con arrivo al paese di Forni Avoltri. La discesa non presenta particolari difficoltà tecniche o fisiche. Prima dell'arrivo al paese di Forni Avoltri si attraversa la frazione di Frassenetto, partenza del percorso Frassenetto - C.ra Monte dei Buoi - Monte Volaia.

Attraversato il paese si esce dall'abitato tramite un ponte, passando da asfalto a sterrato; questo tratto viene percorso nel verso opposto dal tracciato Forni Avoltri - Malga Tuglia. Subito si trovano due tornanti con forte pendenza con i quali si guadagna velocemente quota, procedendo poi in falso piano verso i Piani di Luzza. Ad un certo punto si svolta a destra, attraversando il torrente (su ponte in legno), e raggiungendo la strada asfaltata. Salita verso i Piani di Luzza e nuovamente a sinistra su sterrato. Questo taglia in quota, a differenza della strada per le automobili che scende per risalire con alta pendenza. La qualità della strada è variabile, possibili piccole frane o alberi possono ostacolare il transito; nonostante questo la strada/sentiero è abbastanza frequentata e quindi agibile. Complessivamente la strada ha bassa pendenza, a differenza del tratto asfaltato che conduce a Cima Sappada. Al termine dello sterrato si esce sulla strada asfaltata; questa è molto larga e non presenta pericoli per i ciclisti. La pendenza è medio-alta, pochi tornanti ed una galleria aperta portano al paese di Cima Sappada, regione del Veneto.

Alla località di Cima Sappada si svolta a sinistra, prendendo una serie di sterrati che portano prima a Sappada, poi giù al greto del Fiume Piave e in seguito all'Orrido dell'Acquatona. La prima parte è in discesa, raggiungendo i prati sottostanti il paese di Sappada, si passa poi ad una parte in piano fra prati e boschi per avvicinarsi al paese, visitabile senza allungare molto il giro. Il paese di Sappada, visitabile facilmente, è punto di partenza per molte escursioni; una delle migliori è il giro di due giorni con notte ai Laghi d'Olbe: Sappada - Laghi d'Olbe.
Verso la fine del paese di Sappada si scende nel greto del Fiume Piave, giungendo poi ad una forte salita. Questa è il tratto più duro della tappa. Completamente su sterrato si sale una rampa, 150m di salita in poco sviluppo, per poi passare ad una serie di tornanti con pendenza minore. Raggiunto il punto più alto inizia la discesa: una strada - quasi pista - dritta che ritorna i metri di salita fatti in una lunghezza irrisoria. Si scende molto velocemente verso la valle, arrivando al ponte dell'Orrido di Acquatona. Pausa obbligatoria.
Il percorso per navigatore del ConTOUR FVG include la salita e la discesa all'orrido; questa è evitabile entrando, alla fine, nel paese di Sappada e procedendo sulla strada statale verso Santo Stefano di Cadore, direzione Ovest. Tale strada viene comunque ripresa dal percorso per navigatore presso l'Orrido.

Il percorso procede quindi per alcuni km sulla statale - larga e non pericolosa, fino al paese di Presenaio, dove si svolta a sinistra. Un misto di strade secondarie asfaltate, sterrato e mulattiera portano a Santo Stefano di Cadore, questo tratto è quasi tutto in discesa. Si entra quindi dentro il paese, collegandosi alla statale, che viene percorsa fino all'inizio della galleria; lì si svolta a sinistra prendendo la vecchia strada, precedente alla creazione della galleria. A Nord del paese di Santo Stefano di Cadore di trova la vallata Digon, sovrastata dal Monte Cavallino.
Il fondo della vecchia strada è ormai un misto asfalto/ghiaia, sono presenti alcuni buchi e rocce: attenzione! La strada è comunque frequentata da ciclisti, volendo evitare la lunga galleria. La vallata è stretta, strano per la zona in cui si trova, ad ogni modo la vista sul Fiume Piave ed il Lago di Tudaio sono meravigliosi.

Giunti a Cima Gogna si imbocca la statale che porta da Ponte delle Alpi ad Auronzo di Cadore. Viene percorsa in discesa: si passa velocemente per i paese di Lozzo, Domegge, Calalzo ed infine Pieve di Cadore, dove si abbandona la statale, entrando nel centro abitato. La statale è larga ed è trafficata sia da automobili che ciclisti. Dal paese di Pieve di Cadore si gode di un'ottima vista sulle montagne circostanti come il Monte Cridola, Cima Monfalcon, Cadin di Toro, il Gruppo delle Marmarole e, più di tutti, il Monte Antelao.
Appena oltre il centro di Pieve di Cadore si prende la pista ciclabile che condurrà fino a Longarone. Questa è un misto di tratti di pista ciclabile e tratti su strade secondarie, veramente poco trafficata e principalmente in discesa. Offre inoltre ottime viste sul Piave e sulle cime circostanti.

Raggiunto il paese di Codissago si esce dalla ciclabile e si inizia la salita verso Cimolais, lungo la statale che porta alla Diga del Vajont. La pendenza è bassa ed il dislivello totale moderato, è presente un tratto in galleria; questa è a senso unico con semaforo, data la sua larghezza non presenta problemi nell'effettuarla in bici. La galleria è di tipo aperto: permette viste sui versanti verticali della vallata e della diga. Uscendo dalla galleria si giunge alla Diga del Vajont: la montagna di ghiaia che ha coperto il lago e creato un nuovo valico rappresenta pienamente l'intensità di quanto successo. Due tornati, il tratto più ripido di questa parte della tappa, per poi percorrere tutto il versante Nord dell'ex Lago del Vajont, passando per il paese di Erto. Si arriva quindi, senza grosse salite, al Passo di Sant'Osvaldo. Inizia quindi la veloce discesa che porta in breve al paese di Cimolais, arrivo del giorno 7. Il paese è allo stesso tempo punto di partenza dello spettacolare giro invernale di due giorni Val Cimoliana - Rif. Pordenone.

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Discesa dal Rifugio Marinelli verso il Rifugio Tolazzi.

Simile alla salita per raggiungere il rifugio ma più percorsa.

Strada sterrata dal paese di Forni Avoltri verso i Piani di Luzza. Vicino al paese di Forni partono alcuni bellissimi percorsi: il Pierabech - Passo Sesis, il Frassenetto - C.ra Monte dei Buoi - Monte Volaia ed il Forni Avoltri - Malga Tuglia.

Strappo iniziale su cemento per poi attenuare molto la pendenza, giungendo velocemente ai Piani.

Dai Piani di Luzza si procede verso Sappada su una strada sterrata, a tratti sentiero.

Poca pendenza, ha tratti rovinati, fattibili eventualmente a piedi, come riportato nell'altro tracciato che la percorre Forni Avoltri - Malga Tuglia.

Si giunge poi alla strata statale che conduce a Cima Sappada: larga e con piccole gallerie aperte, pendenza media.

Sullo sfondo il Monte Siera e la Creta Forata. Viste ancora migliori sono concesse dal percorso Sappada - Laghi d'Olbe.

Nei prati fuori il paese di Cima Sappada in direzione del Cadore.

Le Terze sullo sfondo. Nell'altro versante della vallata si erge il Monte Peralba, affiancato dal giro Pierabech - Passo Sesis.

Attraversamento del Fiume Piave all'uscita da Sappada.

In pochi chilometri aumenta di molto la portata.

Ripida salita, la più dura della giornata, su sterrato, a sinistra nella foto.

Quasi 200m di dislivello; evitabili ritornando all'asfalto all'uscita da Sappada.

Pronti allo scivolo?

Tutti i 200m in mezzo chilometro, con l'arrivo al ponte sull'Orrido dell'Acquatona.

L'Orrido dell'Acquatona.

Un canalone visibile e visitabile dal ponte e dalle scalinate che scendono.

Nel Cadore, lungo il Fiume Piave.

In discesa lungo strade secondarie e sterrate.

Tratto da Santo Stefano di Cadore a Cima Gogna.

Viene seguita la vecchia strada, alternativa alla galleria. Tratti con ghiaia e scavi, percorribile facilmente.

A Pieve di Cadore sopra il Lago di Centro Cadore.

Dalla statale si entra nel paese e si prende la Ciclovia dell'Amicizia Monaco-Venezia.

Il centro di Pieve di Cadore.

Vista del Palazzo della Magnifica Comunità del 1447 in Piazza Tiziano.

Foto al versante Est della Valle del Piave prima dell'arrivo a Ospitale di Cadore.

Molte pareti rocciose verticali si sviluppano lungo il fiume.

La Ciclovia dell'Amicizia Monaco-Venezia in prossimità di Longarone.

Prima del paese questa viene abbandonata, attraversando il Fiume Piave sul Ponte Malcorri.

La Diga del Vajont.

Alcuni tornanti ampi e larghi portano alla galleria aperta sul vallone del Vajont e quindi alla diga, famosa per la disgrazia successa.